lunedì 25 febbraio 2008

e giochiamo a nascondino...

...ci sarà un modo..
..qui..in questo dannato posto...
...un modo per non fuggire...
...rimanere ed essere sereni..
..DOVE SI E' NASCOSTO??...

domenica 24 febbraio 2008

io..la nullità..

..e rimango quieta...
..in una stanza che mi somiglia...
..e fuori tutto mi è così estraneo..
..impossibilitata a stabilire rapporti con delle menti che in passato mi hanno generata...
..incapace di affrontare le circostanze senza una perenne lotta dell'anima...
..odio e rancore...e non appena vedo sgorgare lacrime..compassione..odio di me stessa..
..disprezzo per Sbadiglio..disprezzo per Giusy..disprezzo per la vita che io mi sono creata...
..e torno ad essere quieta...pochi attimi...

mercoledì 20 febbraio 2008

A SPRUCCHIOLA

C'era una volta...
Già..chi c'era???
Ah si ecco..trovata....c'era una volta una piccola sprucchiola che amava essere intraprendente..che amava essere nostalgica..che amava passare bigliettini con piccole e semplici frasi...ma a chi????
semplice no..a chi la faceva diventare improvvisamente paonazza dalla vergogna...
e poi viaaaaaaaaaaa...troppo imbarazzo!!!!!!

en attendent la mia sprucchiola...tanto torna...
torneremo insieme...
in fondo..."ogni cosa a suo tempo.."

osservando in silenzio..ascoltando in silenzio...amando disperatamente il cambiamento...ti amo silenziosamente..e ci sarà un giorno in cui sarò lontana..e camminerò scalza sul tuo cuore senza far rumore nella paura di svegliarti...
se non vuoi tornare non farlo piccola sprucchiola...
ti seguo da lontano con un filo impercettibile ai suoi occhi..
tu non lo sai...ma io ci sono...

martedì 19 febbraio 2008

confondendo Dio con d'Io.....

sabato 16 febbraio 2008

mi presento...


SIGNORI E SIGNORE.....

VI PRESENTO...LA TEATRANTE.....!!!!

lunedì 11 febbraio 2008

...continuando a imprimere lievi momenti di vita su delle righe...
...infliggendomi colpi di spada tra le mebra inermi...
...provando ad alimentare quella crescita interiore che mi fa barcollare tra le strade e tra la gente...
...oggi avverto una sensuale malinconia che mi porta lontano...
...tra alberi silenziosi e strade malefiche...
...oggi rifletto nei miei occhi l'immagine oscura di attimi vissuti...
..oggi rimembro...
....e sembra non finire mai...

sabato 9 febbraio 2008

PENSIERI NOTTURNI

Lei si sentiva triste. Avvertiva qualcosa crescere nello stomaco e gli occhi diventavano sempre più malinconici in quella notte così solitaria. Seduta sulla vecchia sedia a dondolo dinanzi alla finestra, con le ginocchia strette strette al seno, si guardò attorno. Nel letto osservò quella figura maschile sconosciuta al suo cuore. Le sue mani erano semiaperte e guardandole meglio le sembrò di avvertire lo stesso calore che queste sporadicamente le regalavano. Nello stesso momento pensò che probabilmente avrebbe potuto fare a meno di quelle mani per sempre, tanto erano lontane dall'amore. Spostò quindi lo sguardo sulle foto attaccate al muro. Sorrisi. Veri e falsi.
Persone sconosciute e poi chissà per quale motivo svanite nel nulla. Le venne voglia di telefonare a qualcuno, ma la gente di notte dorme o comunque è occupata. In ogni caso non resta sveglia a farsi divorare dai propri pensieri...
Così si accese una sigaretta.
Quando non aveva nessuno con cui parlare, Alyssa si faceva avvolgere dal fumo delle sue amateodiate sigarette; la faceva sentire meno sola.. e quel fumo che le attraversava i polmoni la illudeva di riempire almeno temporaneamente un vuoto da sempre esistente. La cenere buttata sul pavimento, il fumo che ormai annebbiava la camera scaturirono in lei dei sensi di colpa. Ed ebbe quasi paura. Stava rischiando di svegliarlo con la sua veglia di tristezza... ma finora non si era mai preoccupata di poter disturbare qualcuno con il suo atteggiamento.
Soprattutto in casa propria. Nelle sue notti.
Ma lui si sarebbe potuto svegliare e borbottare qualcosa... avrebbe preso il suo cuscino e sarebbe andato sul vecchio divano in cucina con due o tre birre prese furtivamente dal frigo. Avrebbe bevuto e guardato la TV steso su di un fianco fino ad addormentarsi. E domattina avrebbe avuto del dolore alla schiena e avrebbe imprecato contro Alyssa, contro di lei, colpevole di un'insonnia non voluta.
Spense subito la sigaretta nel posacenere stracolmo.
Forse iniziava a sentirsi parte di qualcosa. Come quelle persone altruiste capaci di fare del bene sempre e a chiunque, rispettose degli altri e venate di abbondante gentilezza.
Ma lei non era mai stata così... e non avrebbe mai spento la sua sigaretta per non dar fastidio a qualcun altro.
Guardò l'orologio. Erano le quattro e mezzo; pensò di alzarsi prima di lui per preparare la colazione. A lui piaceva il caffè bollente con il latte. E poi adorava i cornetti con la marmellata. Lui non era l'amore della sua vita. Era bravo sotto le lenzuola. Le regalava una rosa ogni sabato. Le lasciava sempre un pò di birra... Ma non era l'amore della sua vita.
Alyssa però di tanto in tanto si divertiva a recitare la parte della donna innamorata, della geisha che tutto avrebbe dato per il suo uomo. Si divertiva a vedere le reazioni di chi la conosceva. Poi dopo un paio d'ore ritornava quella di sempre e fumava in camera da letto, mangiava i crackers sul divano riempiendolo di briciole e lasciava che il telefono squillasse per ore senza mai alzare la cornetta.
Guardando lui che dormiva con il lenzuolo aggrovigliato tra le gambe, pensò che un giorno avrebbe cominciato a recitare. E avrebbe continuato per sempre. Doveva sincronizzarsi con il mondo. E forse avrebbe iniziato da quella notte. Voleva avere rispetto per gli altri e non usarli soltanto. Se si sentiva così triste e vuota era perchè il mondo lo vedeva e lo viveva sempre con tanto distacco da sentirsi parte di niente. E non faceva nulla per avvicinare gli altri a sè. Nessuna visita di cortesia. Niente cinema con un lui speciale. Ma un giorno avrebbe fatto finta di essere interessata a tutto questo. Niente più notti solitarie in spiaggia. Nè fiumi di birra davanti alla TV. Avrebbe fatto la spesa ogni giorno. Pane, frutta, caffè. Avrebbe iniziato a stirare. E a cucinare. Forse sarebbe andata a vivere con lui e smesso di fumare. Ad ogni risveglio gli avrebbe portato la colazione a letto e avrebbe trascorso la mattinata al telefono con l'inquilina del quarto piano. E forse la notte non si sarebbe sentita più sola. Guardò fuori dalla finestra. Solo silenzio e odore di pioggia appena passata.
La luna, in tutta la sua pienezza, sembrava prenderla in giro. Rivolse lo sguardo all'interno della camera e lo posò sul corpo di lui. Si alzò dalla sedia e si sfilò le mutande, rimanendo nuda. Si avvicinò al letto e si mise a cavalcioni sulla sua schiena. Si stese su di lui dapprima con il ventre e poi con il suo seno. Gli fece sentire il calore del suo corpo fino a svegliarlo.
Fecero l'amore. Poi lui tornò a dormire e Alyssa abbandonò subito il letto per andare a sedersi sul davanzale della finestra. La solitudine era una costante richiesta che la sua anima inquieta faceva alla vita. Troppo grande per poterla controllare. Troppo bella per potervi rinunciare. Si accese una sigaretta soffiando il fumo all'interno della stanza. Si amava troppo per decidere di cambiare.